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Il Madagascar

Quarta isola più grande al mondo, due volte l’Italia, con una popolazione di 23 milioni di abitanti, 18 diverse etnie, definita l’“isola rossa” per il colore preponderante della sua terra, è spesso raccontata per la sua immensa biodiversità: lemuri, tartarughe, vegetazione di ogni tipo e maestosi baobab.

Ma il Madagascar è molto altro!

Chi ha avuto occasione di visitare questo Paese ha anche potuto apprezzare le qualità di un popolo aperto, sorridente e riconoscente.

Ex colonia francese, indipendente dal 1960, il giovane stato ha visto succedersi Presidenti che non sempre hanno dato esempio di trasparenza e onestà, generando negli ultimi quindici anni diversi colpi di stato e scontri armati oltre a far crescere, in maniera sempre più evidente, il livello di povertà.

La popolazione svolge prevalentemente attività legate all’agricoltura e in parte all’allevamento, fondamentalmente per il proprio sostentamento. L’industria è poco sviluppata. Un settore produttivo è quello della manifattura tessile e della trasformazione dei prodotti agricoli ed è essenzialmente concentrato nella capitale, Antananarivo, o nei centri più grossi.

Un malgascio guadagna meno di un dollaro al giorno e la metà dei bambini sotto i cinque anni è malnutrita.

In questa terra unita da un’unica lingua, il malgascio, in pochi parlano francese. Questo non ha costituito comunque un ostacolo per i primi missionari della congregazione di Don Orione che, chiamati nel 1976 da un padre Gesuita italiano a supporto nella gestione di una parrocchia alla periferia della capitale Antananarivo, hanno saputo aprirsi ai fratelli più bisognosi, per donare parole di fede e un aiuto concreto.

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