“Il mese di missione in Madagascar è stata l’esperienza più bella in assoluto. Abbiamo avuto modo di conoscere una realtà completamente diversa e nello stesso tempo unica. Ci siamo messi in gioco accettando qualsiasi lavoro, ci siamo confrontati, ci siamo aiutati, ci siamo posti delle domande. Abbiamo toccato con mano la vera povertà, abbiamo scoperto la ricchezza di una vita semplice, abbiamo ascoltato le storie delle persone, storie davvero toccanti fatte di sofferenza e fatica. Abbiamo scoperto i valori fondamentali, trovato la bellezza di donarsi agli altri, ma soprattutto abbiamo costruito in noi la solidarietà. Siamo venuti in Madagascar per imparare l’arte della felicità, lì dove l’essenziale è visibile agli occhi” (Silvia)
“Arrivi all’aeroporto e ad accoglierti c’è don Luciano, prete missionario che da vent’anni respira aria di miseria e povertà, la stessa con cui sai che per i prossimi giorni dovrai fare i conti. Occhi grandi , sorrisi immensi, mani sporche, stracci usati come vestiti, voglia di giocare all’ordine del giorno.3 missioni visitate, 622049 passi fatti, 3 bambini adottati, numero infinito di carezze e di abbracci regalati, pianti ….davanti all’impossibilità di fare e un senso di impotenza. Racconti di vita che fanno riflettere. Condivisione con ragazzi di età e di visione diverse. 18 classi della scuola animate, migliaia di mattoni spostati, infiniti kg di beton fatti e poi….odori di spezie, odore di sporcizia e fogna, odore di casa quando rientravi la sera dopo una giornata intensa, emotivamente forte….e la forza che trasmette ancora chi è lì da vent’anni.” (Elena)
“…quando ne parlo a chi mi chiede, racconto ciò che ho visto, sentito, annusato e ogni volta è un’emozione diversa, intensa e ogni volta non riesco ad esprimere a pieno il vero sapore dell’esperienza di quei giorni passati lì e do un millesimo di quello che provato” (Nicolò)
“Non parlare la stessa lingua e parlarsi naturalmente con gli occhi, non parlare la . stessa lingua e cantare la stessa canzone, non parlare la stessa lingua e piangere insieme al nostro arrivederci. Mi sono chiesta spesso perché tanta poverà, perché io posso mangiare di tutto e questi bimbi in fila, tutti i giorni si accontentano di una ciotola di riso con qualche legume? Perchè tanta disuguaglianza….perchè gioiscono come matti al regalo di una caramella o di un biscotto e qui non apprezziamo più il valore di nulla? La risposta non l’ho ancora trovata o forse non è più importante scervellarsi sul perché, lo è di più rimboccarsi le maniche e fare!” (Rosanna)
“Un’esperienza in terra di missione lascia un segno: fa riflettere sulla propria vita, su come si è vissuto e su come affrontare le scelte future; ma un mese a stretto contatto con la povertà lascia anche un sogno: tornare per dare un’altra volta il nostro contributo per il bene di più piccoli e raccontare sempre e a tutti che davvero dall’altra parte del mondo si vive nella più vera miseria.” (Elisa e Massimiliano)
“In Madagascar ho ritrovato il mio tempo. Il tempo di vedere il mio prossimo e di sentirmi “prossima” nello spazio in cui mi trovavo. Ho conosciuto un altro volto della sofferenza un’altra dignità nel portare la sofferenza. La mano tesa di chi non ha niente di materiale da offrirti ma quando gliela stringi ti ha già riempito di “qualcosa”.” (Silvana)
“Mi sentivo in qualche modo responsabile di quella povertà, volevo fare qualcosa per aiutare quella gente, ma mi rendevo conto che nella mia piccolezza non ero in grado di fare niente…Il desiderio di tornare in quei posti e rivedere e rivivere quei volti era sempre presente in me. Era come se in quell’esperienza si fosse aperta una parentesi che però non si era chiusa al mi ritorno in Italia.” (Giovanna)
“Il mio cuore è pieno di gioia se i miei pensieri volano laggiù.” (Lorenzo)
“…giusto il tempo di ambientarsi un po’ e si inizia a lavorare: le aule della scuola hanno bisogno di essere ridipinte! E così, pennello in una mano e secchio di pittura nell’altra, ti ritrovi ad improvvisarti imbianchino. Quante risate con i ragazzi del gruppo, con don Luciano, sempre pronto a spronarti con il suo continuo…Andiamo?!” (Daniela)
“Emozioni, sensazioni che porto e porterò sempre nel cuore, che non potranno mai essere cancellate. Nulla lì mi è passato inosservato:un paesaggio, un viso, una casa, il mercato, le donne che fanno il bucato Tutto questo oggi ha un senso.” (Maurizio)
“Tutti mi dicono che ho una luce diversa negli occhi, dicono che soltanto guardandomi si capisce tutto ciò che ho vissuto. Ecco, io sono contenta così perché, secondo me, vuol dire che attraverso i miei occhi gli altri possono amento immaginare quello che ho provato e visto!” (Silvia)
“La settimana trascorsa a Faratsiho a lavorare per ricostruire una strada è stata per me la più intensa: vedere tanti bimbi che non avevano nulla dare una mano, il loro sorriso ci ha ripagato di tutto quanto. Ma la settimana che mi è rimasta nel cuore è stata quella trascorsa nel quartiere di Anatihazo, a vedere come e dove vive quella povera gente… pensavo di conoscere la povertà, ma mi sbagliavo… Ho capito che la ricchezza sta nelle piccole cose, che un sorriso vale di più di ogni altra cosa, ma soprattutto che l’amore è universale.” (Paola)
“Tante volte ho ascoltato testimonianze di giovani che avevano fatto questo tipo di esperienza ma credo che nessuna parola, che nessun racconto o foto possano descrivere quello che ti succede dentro, quello che ti lascia nel cuore e come ti cambia la vita.” (Claudia)